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Csm: Forza Italia propone elezione a sorteggio

Contro lo strapotere e i condizionamenti delle correnti dei magistrati, che hanno trasformato il Consiglio superiore della magistratura in un suk di nomine e promozioni

Contro la devastazione prodotta dallo scandalo «Magistratopoli» e contro il suk di nomine e promozioni che emerge con sconcertante evidenza dalle intercettazioni del pubblico ministero romano Luca Palamara, capo della corrente di Unicost, ex membro del Consiglio superiore della magistratura ed ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati, serve una drastica riforma del sistema elettorale del Consiglio superiore della magistratura.

È quanto chiedono due deputati di Forza Italia, Pierantonio Zanettin ed Enrico Costa, con una proposta di legge appena depositata alla Camera. In due articoli, la proposta lancia l'idea di un nuovo sistema per l'elezione dei componenti togati del Csm, che cerca di «ridimensionare il peso delle appartenenze correntizie» e a privilegiare il valore individuale e la capacità di coagulare consensi trasversali da parte dei singoli candidati.

Il testo della proposta punta a introdurre un sistema elettorale in due fasi. La prima, «da svolgere mediante sorteggio», individua i magistrati candidabili al Csm tra quelli in possesso dei requisiti previsti dalla legge (per esempio non devono essere sospesi dalle funzioni giudiziarie, né devono avere subìto gravi sanzioni disciplinari). Il numero totale dei «soggetti candidabili» da sorteggiare sul complesso dei collegi è pari a 150, di cui i primi 100 andranno a comporre l'elenco dei soggetti candidati e gli altri 50 quello dei supplenti, destinati a subentrare in caso di rinuncia dei candidati. Possono essere sorteggiabili i soli magistrati che abbiano ricevuto almeno la quinta valutazione di professionalità: quindi abbastanza anziani. Secondo Conte e Zanettin, il meccanismo del sorteggio spezza ogni possibile legame tra il candidato e la sua corrente: «Non sarebbero più le correnti a scegliere e condizionare i candidati», spiegano i due parlamentari, «monopolizzando così l'accesso al Csm».

La seconda fase, con scrutinio da svolgere in un collegio unico nazionale e con preferenza unica, eleggerebbe i membri togati del Csm fra quelli sorteggiati. La proposta, inoltre, porta da 16 a 20 il numero dei componenti togati, così da rendere possibile una maggiore rappresentanza delle minoranze e un più ampio margine di competizione: per mantenere il rapporto stabilito dalla Costituzione di uno a tre, s'innalza da 8 a 10 il numero dei membri laici del Csm. Per un altro verso, si prevede, per quanto attiene all'elettorato passivo, che

La proposta di legge di Forza Italia è molto simile a quella avanzata da una serie di magistrati e giuristi: Carlo Nordio, già procuratore vicario a Venezia; Pierpaolo Rivello, già procuratore generale militare presso la Cassazione; Salvatore Sfrecola, già presidente di sezione alla Corte dei conti; Giuseppe Valditara, professore di giurisprudenza all'Università di Torino; Claudio Zucchelli, già presidente di sezione del Consiglio di Stato. La loro proposta prevede un solo turno elettorale per il Csm, con la scelta per estrazione a sorte «di un paniere di legittimati passivi, in numero ragionevole, approssimativamente 96 (per eleggerne poi 16), e al secondo turno che l'elezione si svolga all'interno del paniere già estratto a sorte».

Zanettin è molto convinto della possibilità di arrivare alla soluzione prospettata: «La nostra proposta di sorteggio "temperato" per l'elezione dei componenti togati del Csm» dice «raccoglie ogni giorno nuovi consensi tra i magistrati. Dopo che Carlo Nordio e Alfonso Sabella per primi hanno sdoganato il sorteggio, oggi sono arrivate le dichiarazioni di Sebastiano Ardita, autorevole presidente della prima commissione del Csm».

Zanettin, componente della commissione Giustizia della Camera per Forza Italia, contesta invece il sistema di collegi uninominali e ballottaggio, proposto dal ministro grillino della Giustizia Alfonso Bonafede: «Rafforzerà le correnti anziché ridurne il potere» sostiene. «La gran parte dei magistrati non iscritti alle correnti chiede un sistema misto di elezioni e sorteggio, come indicato nella nostra proposta di legge».

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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