Covid, Valditara (Lettera150): liberiamo i vaccinati, per far ripartire il Paese

A fine marzo oltre 4 milioni di italiani avranno ricevuto una immunità considerata adeguata da molte autorità internazionali per prevenire la malattia sintomatica: 59,5% a 3 settimane dal primo vaccino per Astrazeneca, 85% Pfizer; o comunque per evitare l’ospedalizzazione: 94% a 3 settimane dal primo vaccino per AstraZeneca, 84% Pfizer.
Quasi il 10% della popolazione italiana adulta, e fra questi: medici, infermieri, insegnanti, addetti alle forze dell’ordine, militari, avvocati. “Consentire a queste persone di poter accedere senza restrizioni a ristoranti, alberghi, teatri, musei, esercizi commerciali, cinema, bar, e di poter viaggiare liberamente per la penisola, con la sola limitazione dell’utilizzo della mascherina, e del distanziamento, potrà essere una spinta importante per il settore del turismo, del commercio, dello spettacolo”, dice in una nota Giuseppe Valditara, coordinatore di Lettera150, il think tank, che oggi riunisce circa 300 accademici, nato durante il primo lockdown per proporre analisi e proposte per la gestione della crisi.
Il meccanismo proposto, ispirato a ciò che si sta facendo nel Regno Unito, prevede che si allentino le restrizioni individuali dopo 3 settimane dalla prima vaccinazione.
“Ciò significherebbe iniziare a far ripartire il Paese senza aspettare fine giugno/luglio, quando dovrebbero essere vaccinati 45 milioni di italiani con almeno una dose”, dice Valditara, “Non osterebbero di certo problemi di natura giuridica, visto che si tratterebbe soltanto di ripristinare per i già vaccinati i fondamentali diritti costituzionali, sul presupposto che questa categoria di persone non correrebbe più rischi significativi. Serve”, prosegue la nota, “un passaporto vaccinale che ridia piena libertà di movimento a coloro che dovrebbero avere un sufficiente grado di immunità. Ciò sarebbe implicitamente anche uno stimolo a vaccinarsi per quelli che sono contrari o dubbiosi.
Uno strumento di identificazione semplice, non passibile di falsificazioni, potrebbe essere la tessera sanitaria collegata ad una banca dati che dovrà raccogliere tutti i vaccinati nelle varie regioni”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *