Maria Teresa Santacroce, Docente di filosofia e scienze umane presso Liceo “E. Amaldi”, Bitetto (Bari)
Da quando le Indicazioni Nazionali 2025 per il I ciclo sono state messe in circolazione in forma di bozza – e anche dopo la loro pubblicazione in versione definitiva al vaglio dei Consigli (CSPI e Consiglio di Stato) – è diventata centrale nel dibattito su riviste prevalentemente online la cosiddetta “questione delle conoscenze”.
Che le conoscenze siano poste al centro del processo formativo nelle intenzioni della commissione ministeriale che ha elaborato il documento lo dimostra la stessa nota stampa del Ministero dove, tra le peculiarità, si evidenzia che “senza conoscenze non possono essere sviluppate le competenze”, che con le conoscenze – non di tipo nozionistico, ma “essenziale”, “profondo” e “duraturo” – gli insegnanti ritornano ad avere “un chiaro quadro di riferimento di obiettivi e competenze per la progettazione del curricolo verticale”, possano “costruire percorsi che abbiano senso e significato”.
Per comprendere appieno il passaggio della nota stampa ministeriale appena richiamata e davvero la c.d. “questione delle conoscenze” che accampa nel web, dobbiamo allora, in prima battuta, chiarire la relazione semantico-linguistica nonché i contesti d’uso di conoscenze e competenze (escludiamo intenzionalmente le abilità che, sebbene strettamente collegate, pare non siano messe in questione nel dibattito dell’etere), per poi concludere con considerazioni agro-dolci.
Cosa è conoscenza (nel Framework Europeo)?
All’interno dell’European Quality Framework (EQF), il Consiglio Europeo offre definizioni chiare che aiutano a comprendere bene differenze e interconnessioni tra:
- conoscenze – “risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento (…) insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore (…) di studio” che l’EQF descrive come “teoriche e/o pratiche”;
- competenze – “comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di (…) studio” che l’EQF descrive in termini di “responsabilità e autonomia”.
Secondo l’EQF le competenze, di fatto, non potrebbero sussistere senza conoscenze e senza abilità; esse non sarebbero altro che l’uso che una persona fa di conoscenze e abilità in suo possesso in circostanze reali secondo gradi progressivi di responsabilità e autonomia.
Le Indicazioni nazionali 2025 aderiscono apertamente a tale framework:
- quando chiariscono che la “finalità principale della scuola è l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base (di ambito umanistico, scientifico e tecnologico) nella prospettiva dello sviluppo integrale della persona e dei suoi talenti” (par. Scuola e nuovo umanesimo);
- quando comunque “nel rispetto e nella valorizzazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche (…) propongono un cambio di paradigma rimettendo al centro la valorizzazione delle conoscenze che sono la base fondamentale per lo sviluppo delle competenze identificate nel Profilo dello studente (par. Un dispositivo per ‘pensare’ l’insegnamento).
Come sono le conoscenze (nelle Indicazioni 2025)?
Come sono intese le conoscenze all’interno del documento delle nuove Indicazioni 2025? Riportiamo di seguito brevi estratti mettendone in evidenza le aggettivazioni descrittive:
- “È cruciale considerare i diversi tipi di conoscenza coinvolti, distinguendo tra conoscenze di superficie (fattuali, dichiarative) e conoscenze profonde (applicazioni, integrazioni, riflessioni critiche)” (par. La valutazione. Un atto di valorizzazione).
- “La scuola è la sede principale per la trasmissione di conoscenze legittimate dalla critica e dalla scienza” (par. Scuola e famiglie in un uovo patto di alleanza);
- “Con le Indicazioni Nazionali si fissano il Profilo dello studente, gli obiettivi generali del processo formativo, gli obiettivi specifici di apprendimento e le relative competenze attese degli allievi per ciascun campo di esperienza e disciplina unitamente a suggerimenti riferiti alle conoscenze” (par. Finalità della scuola dell’infanzia e delle scuole del primo ciclo di istruzione)[1];
- “le Indicazioni Nazionali reintegrano pienamente la dimensione delle conoscenze offrendosi come un chiaro quadro di riferimento per la progettazione del curricolo verticale delle scuole” (par. Un dispositivo per ‘pensare’ l’insegnamento);
- “Dilatare a dismisura la quantità di conoscenze da insegnare diluisce, infatti, la sostanza di quanto i discenti possono apprendere: occorre dunque scegliere conoscenze rilevanti (sul piano culturale), significative (sul piano scientifico), essenziali (sul piano formativo)” (par. Non multa, sed multum).
Le Indicazioni del 2025 intendono quindi le conoscenze:
- prima di tutto come qualcosa che viene appreso sia a livello superficiale (per mezzo di memorizzazione di contenuti e concetti) che profondo (organizzato, elaborato e fatto a sua volta oggetto di riflessione);
- poi, come qualcosa di significativo (legittimato sul piano critico e scientifico dalla comunità di esperti[2]) e di rilevante (come espressione ed eredità culturale);
- quindi, come quadro di riferimento per la progettazione svolta dai docenti nelle scuole – i quali scelgono, tra le proposte elaborate degli esperti, le conoscenze essenziali sulla base dei bisogni formativi delle classi, dei gruppi o dei singoli studenti.
Le ragioni della reintroduzione delle conoscenze
L’aver reintrodotto le conoscenze all’interno del documento ministeriale delle Indicazioni sembrerebbe, quindi, sembrerebbe rispondere a istanze abbastanza esplicite:
- sul piano puramente teorico-semantico, per onorare il significato che nelle Raccomandazioni europee si da dei termini “conoscenze” e “competenze” e della loro relazione;
- sul piano pratico-progettuale, con la necessità di offrire agli insegnanti contenuti di prima mano, non desumibili dai libri di testo e dai sussidi didattici ma direttamente accessibili e selezionabili all’interno del documento;
- da una prospettiva internazionale, per un allineamento alla tendenza colta[3] nella maggior parte dei Paesi europei che nei documenti scolastici omologhi esplicitano senza difficoltà conoscenze, accanto spesso alle competenze.
La distorsione al quadrato della “questione delle conoscenze”.
In considerazione della precedente analisi, sorprende constatare come all’interno della c.d. “questione delle conoscenze” in alcune voci – come quella di Mazzoli sulla rivista online Scuola7 – abbiano definito “irrinunciabili” e “prescrittive” le conoscenze descritte e “fortemente centralistica, contenutistica” l’impostazione dell’intero documento.
Sebbene facilmente intuibile l’intento – di facile, persino dozzinale, denigrazione -, quello che tuttavia fa specie – e la cui macchinazione riteniamo doveroso denunciare – è l’appellativo “imbroglio” dato al “ritorno alle conoscenze” e l’aggettivo “banale” attribuito al dibattito pubblico correlato.
Perché sarebbe un “imbroglio” il ritorno alle conoscenze, così ben giustificato all’interno del documento delle Indicazioni, così chiaramente esplicitato nella nota stampa del ministero, così scrupolosamente supportato dall’analisi dei curricula europei fatta dalla Commissione madre?
Non è possibile cogliere contro-deduzione alcuna dato che l’autore del succitato articolo si esprime nei succitati termini solo nel titolo del paragrafo senza procedere alla dimostrazione dell’affermazione. Si attende chiarimento.
Perché sarebbe “banale” il dibattito pubblico sulla “questione delle conoscenze”? Qui l’autore giustifica, invece, l’uso dell’aggettivo per il fatto che, a parere suo, si sia scaduti troppo facilmente sulla polarizzazione tra i fautori e i detrattori delle conoscenze (“conoscenze sì, conoscenze no”) e non si stia affrontando invece il punto chiave, ossia, (cit.) “a quale livello di profondità e essenzialità vadano definite le conoscenze ‘irrinunciabili’ che sono esattamente quelle che dovrebbero essere presenti nelle Indicazioni nazionali”.
Sintetizzando, quindi: la critica alle conoscenze delle Indicazioni Nazionali del 2025 sarebbe di essere “irrinunciabili” mentre il dibattito sulle conoscenze dovrebbe in realtà focalizzare l’attenzione sulle conoscenze “irrinunciabili”. Sic.
Parafrasando bonariamente la voce di cui sopra, a nostro parere, sulla “questione delle conoscenze” sarebbe in atto da parte di alcuni una deliberata “distorsione al quadrato”, un effetto Droste, proprio di chi non procede all’analisi dei termini in questione, non cerca evidenze a supporto delle proprie argomentazioni, ma preferisce ricorrere a distorsioni di significato, a ragionamenti tautologici, a stili comunicativi roboanti, come le prefiche sul giaciglio del morto.
RIFERIMENTI:
- Raccomandazione del Consiglio, del 22 maggio 2017 sul quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente, che abroga la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2008, sulla costituzione del quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (2017/C 189/03) – https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32017H0615(01).
- Mazzoli P., La bozza rivista delle Indicazioni 2025. Un primo sguardo. Scuola7 https://www.scuola7.it/2025/434/la-bozza-rivista-delle-indicazioni-2025/.
- MIM, Indicazioni Nazionali per il curricolo – Scuola dell’infanzia e Scuole del Primo ciclo di istruzione – https://www.mim.gov.it/-/indicazioni-nazionali-per-il-curricolo-scuola-dell-infanzia-e-scuole-del-primo-ciclo-di-istruzione.
[1] Che le conoscenze siano “suggerite” e non prescrittive è ribadito anche nel passaggio “competenze attese comprensive dei suggerimenti in termini di conoscenze” (par. Non multa, sed multum).
[2] Come quella chiamata a definirne appunto le conoscenze all’interno dei singoli insegnamenti e composta da docenti universitari e insegnanti di scuola.
[3] Non va dimenticato che la commissione madre, prima della redazione del documento delle indicazioni ha proceduto all’analisi degli omologhi documenti dei Paesi europei attraverso l’European synoptic curriculum framework reperibile come Appendice n. 1 alla prima bozza del documento delle Indicazioni Nazionali 2025.