Proroga stato di emergenza, Lettera150: non ci sono i presupposti, precedente grave

“Non esiste più una situazione di emergenza in senso giuridico né sussistono condizioni di pericolo sanitario grave e imminente che giustifichino la proroga dello stato di emergenza. Una ulteriore sospensione della Costituzione rappresenterebbe un atto gratuito e spropositato ”. A dirlo Lettera150, il think tank, nato all’inizio della pandemia, che raggruppa circa 300 esperti di diverse aree accademiche.

“Notizie di stampa”, si  legge nel comunicato di Lettera150, “annunciano l’intenzione del Governo di prorogare lo stato di emergenza da Covid-19. La dichiarazione di stato di emergenza è lo strumento giuridico necessario dinanzi a una calamità improvvisa, imprevista, eccezionale. Proprio per tali motivi l’emergenza non può che essere temporanea, come più volte ricordato dalla Corte Costituzionale e personalmente dalla sua ex Presidente Marta Cartabia oggi Ministro della Giustizia. In questo momento”, precisa Lettera150, “non esiste una situazione di emergenza in senso giuridico, né sussistono condizioni di pericolo sanitario grave e imminente. Dunque la proroga corrisponderebbe ad una sospensione, compiuta con atto amministrativo, della Costituzione: un atto gratuito, sproporzionato e immotivato che potrebbe rappresentare un grave precedente, idoneo a legittimare future, ulteriori derive anche di tipo autoritario”.

Qualora in futuro si ripresentassero condizioni di rischio pandemico “ben si potrà intervenire con decreti legge approvati dal Parlamento, piuttosto che con ordinanze della presidenza del consiglio dei ministri come avvenuto nel perdurare dello stato di emergenza”, chiarisce Giuseppe Valditara, giurista dell’Università di Torino e coordinatore di Lettera150. 

Lettera150 “rivolge un appello alle istituzioni e alle forze politiche affinché la pandemia non sia strumentalizzata e non diventi il pretesto per una ulteriore sospensione della Costituzione che sempre più ci spingerebbe verso una democrazia di tipo autoritario”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *