Lo charme tattile del libro d’arte

Paola Gribaudo
Presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino

In un tempo in cui i libri sono conservati e archiviati su eBook e clouds, ci chiediamo che senso ha ancora stampare i libri d’arte e perché questa tradizione è così radicata in Italia.

La risposta più ovvia è il rapporto qualità prezzo, ma dietro alla riuscita e al successo di un libro d’arte non dimentichiamo il lavoro di squadra e di passione che caratterizza la filiera che parte da chi ha avuto l’idea a chi la realizza. Dietro le pagine di un libro ci sono la vita, il tempo e la sensibilità di chi crede e lavora con dedizione e professionalità per arrivare a un risultato di eccellenza.

La realizzazione tecnica di una pubblicazione d’arte, un libro illustrato, implica il coinvolgimento di autori, fotografi, editori, tipografi, legatori, trasportatori, il libro nasce e viene stampato in Italia per essere distribuito in tutto il mondo. La competenza delle nostre tipografie dalle più piccole, ancora e per fortuna artigianali alle grande industrie, curano con impegno la nascita del libro illustrato, la competizione con i paesi dell’est e con la Cina, vale per le grandi tirature dalle 5/10.000 copie, ma al giorno d’oggi sono numeri che ben pochi editori possono ancora permettersi.

Pandemia e relativa crisi economica dopo il 2019 hanno avuto effetti negativi sulla filiera, maggiori costi dovuti agli aumenti dell’energia hanno generato aumenti significativi fino al 30% che ha inciso sul prezzo della carta e sulla sua reperibilità in tempi brevi.

Nonostante  questa battuta d’arresto, che ha ridotto in parte la pubblicazione di libri illustrati, notoriamente impegnativi per i costi di produzione, il libro è vivo ed è uno dei migliori ambasciatori della capacità creativa e imprenditoriale del nostro Paese, l’editoria rappresenta infatti la prima industria culturale ed è il quarto mercato europeo dopo la Germania, Francia ed Inghilterra.

Dietro ad ogni libro c’è una storia, non solo quella descritta dalle immagini ma quella di cui non si scrive quasi mai, la parte nascosta che impegna aziende che stampano, che rilegano, che forniscono la carta e gli inchiostri, le colle, le tele e il pellame per le legature di pregio.

Le principali case editrici italiane stampano i libri localmente, le aziende tipografiche con cui ho lavorato  sono per lo più nel nord Italia ma i loro clienti principali sono in gran parte internazionali. Il Piemonte si colloca in terza posizione nazionale rispetto alla produzione industriale dei contenuti e solo in questa regione sono censite 4000 imprese in ambito editoriale.

Da sempre americani e francesi in primis hanno privilegiato la nostra esperienza e professionalità, poi basterebbe leggere i colophon dei libri d’arte, di design, di moda e di fotografia e leggervi in molti casi printed in Italy.

Nei miei ricordi personali, anche se il mio committente era all’estero sono sempre riuscita a portarlo in Italia a seguire le stampa del libro che è sempre un momento affascinante, si vive a contatto con un mondo industriale ma anche artigianale.

Ho curato più di mille libri d’arte, i miei interlocutori, artisti ed editori, vivevano a New York o in Cile, a Tokyo o a San Pietroburgo, li ho sempre convinti a venire in Italia e seguire la nascita del proprio libro in tipografia, per tutti è stata un’esperienza formativa, e ancora oggi, a distanza di anni quando ci incontriamo ricordiamo con nostalgia quelle ore trascorse ad aspettare l’uscita del foglio di macchina con l’ansia che i colori siano giusti e non ci siano errori!

La mia scuola è stata la tipografia dove ho trascorso ore e ore della mia vita accanto alle macchine e ho imparato a costruire un libro quando non esistevano ancora computer, internet e neanche il fax, mi sembra preistoria!

Da Torino e Milano sono partiti quintali di carta destinati a gallerie, musei, fondazioni, artisti, case d’asta in tutto il mondo, un orgoglio italiano, un’avventura che mi accompagna da più di quarant’anni.

Nel 1995 vengo invitata al Cooper Union a New York per raccontare come nasce un libro d’arte, ho riletto il mio intervento a distanza di anni e ho ritrovato molti termini tecnici che oggi non si utilizzano più poichè le procedure di stampa sono così evolute da considerare desueti termini come  come cianografiche o fotocomposizione. Siamo passati da Gutenberg al digitale, dai caratteri di piombo alla tecnologia più sofisticata e rapida sempre in evoluzione. Le nuove tecnologie sono oggetto di studio anche nelle Accademie di Belle Arti, e si affiancano alle materie tradizionali, per formare nuove professioni che si uniscono alla filiera editoriale.

Nonostante questi passaggi veloci fortunatamente resiste ancora il piacere di tenere in mano un libro fresco di stampa che odora di colla, Umberto Eco ha scritto più volte che ”non ci si innamora di un dischetto come ci si innamora di una pagina bianca che fa crack crack sotto le dita come se fosse uscita dal torchio”.

Il supporto del libro è la carta e anche qui in Italia abbiamo una solida tradizione, non dimentichiamo che la carta, nel cammino verso l’Occidente ha toccato città leggendarie come Samarcanda, Baghdad, Damasco ed è giunta fino in Europa agli esordi del Millennio attraverso la Spagna, sede della prima cartiera europea a Xativa, e la Sicilia, diffondendosi nei paesi vicini soprattutto ad opera dei Navigli genovesi e veneziani ,seguiti da quelli amalfitani e Pisani, ricevendo in Italia ,grazie alla città di Fabriano nelle Marche, gli apporti determinanti delle filigrane, dei pestelli idraulici per raffinare gli impasti e la colatura dei fogli. La bellezza e la durata dei fogli non dipende esclusivamente dal sistema di fabbricazione manuale o meccanico adottato, bensì dalla capacità ed esperienza degli artefici, dalla qualità delle fibre utilizzate, dalla bontà delle acque, dal tipo di collatura e dalla feltratura che ne determina le superfici. Ora questa descrizione si riferisce soprattutto alla produzione di carte che fortunatamente si fabbricano ancora a Fabriano, a Pescia o ad Amalfi o alla Cartiera di Sicilia, vengono utilizzate per tirature limitate di libri d’artista che deve essere gradevole al tatto e sono fabbricate con l’antico procedimento a tino, foglio per foglio, con filigrana della cartiera o dello stampatore. Questi passaggi sono ancora spiegati e descritti nel Museo della carta a Fabriano, un mondo affascinante che coniuga la secolare tradizione del passato e la moderna tecnologia, una visita che vale il viaggio.

Nel XIII secolo l’umanità comincia a consegnare alla carta la propria memoria storica, scientifica e artistica, molti secoli dopo la carta la riconsegna a noi intatta ma soprattutto viva.

Alla carta si affiancano oggi anche altri materiali tipo la stone paper, materiale ottenuto da polvere di pietra che non necessita di abbattimento di alberi, risparmia acqua ed energia.

Il libro illustrato rimarrà sempre un formidabile strumento di seduzione poiché in fondo è un contenitore di immagini, suggestioni ed emozioni.

Non esiste schermo di computer, metaverso, intelligenza artificiale o altro che possa sostituire lo charme tattile del libro, di questo ne sono pienamente convinta.

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